La mia lettera a Babbo Natale
Caro Babbo Natale,
Siamo ormai vicini alla notte in cui passerai a distribuire i tuoi doni, e anche se sono un po’ cresciuta per scriverti, quest’anno sento davvero il bisogno di farlo.
Vorrei raccontarti un sogno e chiederti un regalo. Da qualche anno conduco una piccola associazione di quartiere. Non l’ho creata io: me la sono ritrovata tra le mani, come una pianta che qualcuno ha seminato tempo fa e che ora aveva bisogno di cure per continuare a vivere. È stata una scelta difficile. Fare qualcosa “per dovere” non mi ha mai convinta. Credo che il tempo di ognuno di noi sia prezioso e che ogni lavoro debba avere un senso più grande.
Alla fine, ho scelto di tenerla viva perché ho avuto una visione. In quei mesi difficili di paura e isolamento, ho immaginato che anche una piccola associazione, nascosta tra le vie di un quartiere semiperiferico di Milano, potesse diventare un punto di incontro, un collante per una comunità ferita e smarrita. Ho visto in essa uno spazio dove ciascuno potesse tornare a sentirsi parte di qualcosa, a ritrovare se stesso e costruire relazioni autentiche con gli altri.
Da allora, abbiamo cercato di offrire strumenti semplici ma potenti: attività che riportano alla consapevolezza di sé, al corpo, al respiro, al movimento. Un luogo libero, senza dogmi, senza verità assolute, dove visioni diverse possano integrarsi e convivere, con un solo obiettivo: migliorare, in modo sano e armonioso, la vita di chiunque ci entri. Un luogo dove si coltivano bellezza, ascolto e connessione.
Questa esperienza, più che mai, mi ha insegnato che le cose grandi non si possono fare da soli. Servono mani che si stringono, braccia che aiutano e cuori che battono insieme. Serve una comunità viva. Mi ha anche insegnato che la comunità nasce dal primo, piccolo passo di ognuno per andare verso un nuovo orizzonte e ho capito dagli sguardi e dalle parole di chi ha ascoltato questa storia che per ogni piccolo passo servono coraggio e forza.
Spesso però ci dimentichiamo che coraggio e forza non sono qualità innate: nascono dall’amore per il futuro e dalla gioia del presente. Ed è proprio questo che ti chiedo, Babbo Natale: un regalo per tutti noi.
Vorrei che questo Natale tu passassi nelle case di tutti. Porta loro serenità e gioia. Non quella effimera dei regali scartati in fretta, ma quella profonda che fiorisce in amore ed energia. L’amore che ci permette di guardarci allo specchio e accettarci per ciò che siamo. L’amore che ci dà la forza di guardare attorno a noi e riconoscere ciò che può essere aggiustato, migliorato, integrato per rendere il mondo che abitiamo più accogliente.
Non è un lavoro che si può fare da soli. Anche un albero è più forte all’interno di un bosco.
Chiedo molto, lo so. Ma in fondo, sei Babbo Natale. E io credo che tu sappia trovare sempre un modo per portare i regali più belli.
Con affetto,
Simona
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